Kairós e krónos erano i significati che i Greci attribuivano al tempo: uno qualitativo e l’altro quantitativo, il tempo vissuto ed il tempo che ci attraversa, trascorre senza lasciare tracce.
I pitagorici rappresentavano Kairós con il numero sette, che ha molteplici significati (giorni della settimana, note musicali ecc.).
I Greci erano un popolo spirituale ed estetico, per loro la vita aveva senso soltanto se vissuta nel modo giusto, opportuno (Kairós) ed onorevole, in grado di dare un significato alla propria esistenza, mentre per il Cristianesimo qualsiasi vita è degna di essere vissuta, in senso assoluto.
Possiamo quindi spiegare il significato del motto delfico «Conosci te stesso» con: conosci qual è il tuo ruolo nell’ordine naturale delle cose, Ulisse infatti cerca disperatamente di tornare a casa perché la sua vita è vita solo lì: vivere altrove sarebbe peggio della morte, non sarebbe Kairós.
E’ forse il senso della nostra esistenza che abbiamo smarrito?
Ecco, guarda, io ci rifletto sempre un casino su questo. E il mio è un continuo cercare proprio questo Kairos, cercare di capire, dare un senso… ma io non sono Ulisse, poco ingegno … non so mai dove tornare
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Forse non è il tornare, forse è lo stare, vivere il presente, nella dimensione in cui siamo…
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Certo che se impieghiamo una vita a conoscere noi stessi (anche perchè in continuo mutamento) consumiamo tutto il kronos
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…la conoscenza cambia la percezione dei propri limiti…essi sono più simili a membrane che cesure…qualche volta ce ne accorgiamo, qualche volta no…se si desidera, si impara…
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