Il recente caso della violenza sessuale di Viterbo, iniziata con un pugno in faccia, ha (tra i molteplici aspetti terribili) uno sul quale è doverosa una riflessione: l’assenza del Padre.
I due ragazzi hanno (naturalmente) filmato l’accaduto, perché se non lo testimoni con foto o filmati non è avvenuto, non lo puoi condividere con gli amici, non ti puoi vantare.
Ebbene, il padre di uno dei due stupratori appena ha saputo dell’accaduto si è schierato dalla parte del figlio carnefice suggerendogli di cancellare tutto per non lasciare traccia e sostenere in caso di accusa l’antica e vigliacca tesi che “lei era consenziente”.
Il Padre è colui che ha il compito di spiegare al figlio il mondo, quali le regole delle convivenza civile, quali le conseguenze dei nostri errori… ma se il padre “copre” ogni trasgressione del figlio, cosa dovranno fare questi giovani prima che qualcuno gli dica (finalmente!) no!?
I maschi hanno una profonda nostalgia di un padre che detti, rispetti e faccia rispettare le regole che le civiltà si impongono. Qualcuno ha parlato di “sindrome di Telemaco”, il figlio di Ulisse che per molti anni ha aspettato il Padre capace di riportare ordine morale sulla propria vita e nel proprio regno.
Senza i Padri i ragazzi si sentono smarriti e senza limiti, angosciati da un territorio senza sentieri segnati, senza stella polare o punti cardinali.
Riprendiamoci i nostri figli, insegnando con l’esempio che si paga per i propri errori, il rispetto per l’Altro, sia donna, animale, territorio, omosessuale… Schieriamoci dalla parte di ciò che giusto e non sempre dalla loro…
Facciamo sentire la nostra voce, la nostra presenza!