Esiste una differenza sostanziale tra mondo interno (soggettivo) e mondo esterno (oggettivo).
Ognuno percorre la difficile e dolorosa strada che porta alla differenziazione tra il mondo interno pieno di fantasie, delirio di onnipotenza, emozioni arcaiche e magmatiche ed il mondo esterno, la realtà oggettiva senza le distorsioni della nostra mente.
Il neonato non ha alcuna consapevolezza che esiste un “mondo” al di fuori di sé, ma tutto è sé: il seno che allatta, il calore di una presenza, la luce e le tenebre… crescendo il bambino “genera” un mondo esterno che non risponde ai suoi “comandi”, che non soddisfa pienamente i bisogni, che non si trasforma attraverso la sua “fantasia”.
I problemi nascono quando negli adulti non si è concluso questo (doloroso) processo e non vi è piena consapevolezza che gli “oggetti” sono altro da noi, sono liberi ed hanno una loro identità, non sono noi, né parte di noi.
Vivere la realtà con la visione “fantastica” del bambino causa pesanti conseguenza nelle relazioni personali, genera continue disillusioni perché nulla corrisponde pienamente ai “film” che mi faccio: un bacio non arriva mai nell’esatto momento in cui lo desidero, una mano non viene tesa da chi mi aspettavo.
Alcune persone non riescono a liberarsi dalla fantasia di ri-trovare il mondo fantastico e rassicurante che hanno conosciuto, nel quale tutto era possibile e bastava “far finta che io sono…”, vivono in un mondo che si sono creati, in cui vi è un equilibrio malato ma stabile, in cui la propria fragile identità viene protetta dalla magia, dalla fantasia, da una visione distorta della realtà oggettuale.