
Gianni è un uomo di 31 anni laureato in informatica nel 2014. Abita in una città di medie dimensioni nel nord Italia e le opportunità professionali a cui potrebbe accedere sono numerose ma… Gianni da otto anni rimane sulla porta senza mai il coraggio di varcare la soglia, supera i (pochi) colloqui di lavoro sostenuti ma poi non si presenta in azienda per iniziare il lavoro per il quale viene assunto. Viene “sociologicamente” definito un neet, giovani che non studiano e non lavorano.
Quest’uomo ha un senso di autoefficacia così basso da rimanere immobilizzato, incapace di compiere delle scelte e mettersi alla prova per dimostrare (soprattutto a sé stesso) ciò che realmente è in grado di fare.
Il nonno è un artista piuttosto affermato, il padre un professionista che ha raggiunto una sua dimensione e con quest’ultimo inevitabilmente ci sono dei contrasti poiché il padre vorrebbe che lui trovasse una propria “strada”, un lavoro che gli dia la dignità di esistere.
… “ma tu papà, cosa sai fare”? è la domanda che Gianni pone al padre, ma che in realtà rivolge a se stesso, proiettando sulla figura paterna tutte le incertezze, il disagio e la paura di diventare grande, di mettersi alla prova, di osare ed entrare nel mondo complesso, pauroso degli adulti.