
Corrado e Giorgia sono due giovani di neppure trent’anni, da sei convivono, entrambi lavorano e non hanno figli.
Sono persone fragili, con una bassissima autostima ed hanno vissuto storie familiari piuttosto complesse, con dei genitori molto normativi e poco affettivi, distanti.
Corrado, in particolar modo, parla pochissimo e si fa scivolare la vita addosso, sembra apatico ma la sua è una reazione difensiva verso un mondo che percepisce minaccioso: da bambino infatti è stato bullizzato e ne ha sofferto molto. Ancora oggi non desidera provare e non manifesta emozioni, si sente come un vestito appeso ad una gruccia e chiuso in un armadio, di quelli che sai che ci sono ma che non indossi mai. Corrado è sconnesso con il suo profondo, con un mondo interno racchiuso in uno scrigno.
Corrado e Giorgia vivono in due mondi paralleli che si sfiorano appena: si parlano poco e da mesi non hanno rapporti sessuali, incapaci di entrare in intimità con se stessi e con l’altro. La paura di restare da soli frena il pensiero di una vita differente, di intraprendere un percorso di comprensione delle dinamiche relazionali che li porti alla consapevolezza di ciò che avviene in loro e tra loro. Nessuno dei due contempla o prevede la fine della relazione affettiva per la paura del dopo.
Corrado e Giorgia trascinano i giorni ed i momenti assieme, ognuno chiuso nel suo mondo, in un’attesa infinita di qualcosa che cambi una situazione che si muove con l’inerzia della stanchezza.
Purtroppo è la descrizione di tantissime coppie
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