
Il mondo “lì fuori”, visto oltre gli spazi delimitati del cimitero sembra così differente… qui dentro le mura sono alte e protettive, c’è silenzio e senso di pace.
Vi sono persone che si muovono tra viali con disinvoltura e delicatezza: sono uomini e donne tra loro perfetti sconosciuti che si aggirano tra le tombe prendendosi cura dei cari a cui hanno voluto bene.
Sepolcri perfettamente allineati tengono vicine per sempre persone che in vita non sapevano dell’esistenza gli uni degli altri, sono tombe apparentemente differenti che raccontano in due righe o pochi oggetti vite piene di vita.
È quasi piacevole camminare tra foto sbiadite: alcune tombe hanno fiori freschi ed altre di plastica, piante evidentemente finte ed ormai scolorite che restituiscono l’immagine dell’incuria degli umani e dello scorrere lento ma inesorabile del tempo, un tempo che cancella piano piano i ricordi dei vivi, e ciò che sono stati.
C’è un susseguirsi di momenti dilatati ed immobili nei cimiteri, come essere sospesi in una dimensione dove tutto è inesorabilmente passato e la morte pareggia i conti e le differenze sociali, un luogo sacro ma lontano dalla frenesia dei giorni, dalle angosce e dalla rabbia, uno spazio solo apparentemente fisico dove regna “sora nostra morte corporale”, che esorcizziamo e dalla quale incoscientemente fuggiamo.
Belle riflessioni ! Complimenti, Mauro 🙏
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