
Alessandro è un piccolo imprenditore che opera in un settore che negli ultimi anni è piuttosto in crisi. Ha ereditato l’attività dal padre ed è riuscito a farla navigare per alcuni decenni superando momenti difficili ed altri più floridi, ma negli ultimi quindici anni le cose sono decisamente precipitate: debiti su debiti accumulati, nuovi debiti per pagare quelli vecchi, ogni risorsa personale per cercare di andare avanti nella speranza che debba passare solo qualche settimana prima che la tempesta passi e torni finalmente a splendere il sole.
Non è ancora accaduto, non accadrà… ma Alessandro non è in grado di percepire la sua esistenza ed identità se non come imprenditore, come colui che non prende ordini da nessuno, come uno “arrivato”.
Ha sacrificato nell’altare dell’azienda la propria serenità coniugale, nell’incapacità di accettare la realtà, nella convinzione che un fallimento dell’azienda avrebbe comportato un crollo psichico: Alessandro è come un giocatore compulsivo che si gioca anche i soldi che non ha nella certezza che “stavolta è quella buona”, che il vento soffierà a favore, che il paesaggio cambierà dopo la prossima curva… è il pensiero “magico” del bambino che crede nella fortuna e nella buona sorte, nei “segni dal cielo” e di poter volare se la terra dovesse aprirsi improvvisamente sotto i piedi…
Ma le cose non cambiano, ed alla fine cambiano te.
Alessandro è un piccolo imprenditore che opera in un settore che negli ultimi anni è piuttosto in crisi. Ha ereditato l’attività dal padre ed è riuscito a farla navigare per alcuni decenni superando momenti difficili ed altri più floridi, ma negli ultimi quindici anni le cose sono decisamente precipitate: debiti su debiti accumulati, nuovi debiti per pagare quelli vecchi, ogni risorsa personale per cercare di andare avanti nella speranza che debba passare solo qualche settimana prima che la tempesta passi e torni finalmente a splendere il sole.
Non è ancora accaduto, non accadrà… ma Alessandro non è in grado di percepire la sua esistenza ed identità se non come imprenditore, come colui che non prende ordini da nessuno, come uno “arrivato”.
Ha sacrificato nell’altare dell’azienda la propria serenità coniugale, nell’incapacità di accettare la realtà, nella convinzione che un fallimento dell’azienda avrebbe comportato un crollo psichico: Alessandro è come un giocatore compulsivo che si gioca anche i soldi che non ha nella certezza che “stavolta è quella buona”, che il vento soffierà a favore, che il paesaggio cambierà dopo la prossima curva… è il pensiero “magico” del bambino che crede nella fortuna e nella buona sorte, nei “segni dal cielo” e di poter volare se la terra dovesse aprirsi improvvisamente sotto i piedi…
Ma le cose non cambiano, ed alla fine cambiano te.