L’ho uccisa. E ora?

Non passa settimana in cui più donne siano vittime di femminicidio, una strage che sembra non finire. Uomini che con coltelli, armi da fuoco, martelli e differenti modalità tolgono la vita a mogli o ex mogli, fidanzate, donne che hanno detto “no!”.

E dopo? Che accade dopo che l’assassino ha finalmente portato a termine il suo desiderio criminoso? Come ci si sente quando la vittima non respira più, è bruciata o giace su una pozza di sangue?

Dopo stai meglio? Come ti senti, uomo che uccide, dopo aver raggiunto il tuo obiettivo pensato, progettato mille e mille volte, dopo che i pensieri di vendetta, dopo che la gelosia ed il delirio ossessionante hanno liberato la tua mente, dopo che il tuo oggetto d’odio scompare, sotto i colpi della tua mano che uccide… come ti senti il quel momento? Meglio? Libero dei tuoi fantasmi e del mostro che animava i tuoi pensieri? Dopo che hai eliminato nostra moglie, nostra madre, la nostra amica, la collega… dopo che ci hai privato del suo amore, della sua presenza… come ti senti? Sei consapevole del dolore che hai provocato, delle conseguenze del tuo gesto o percepisci soltanto il tuo, di dolore?

Pubblicato da wolf into the wild

"Questo è un uomo" è un libro che è un viaggio dentro l’autenticità dell’essere maschio, un cammino in cui la meta è, in qualche modo, il punto di partenza. Un percorso per ritrovare il guerriero, il saggio, il poeta e l’amante che vive inesorabilmente dentro ogni uomo ma che negli ultimi decenni abbiamo smarrito. Comprendere, accettare, ripartire dagli archetipi più profondi e radicati per comprendere ciò che siamo oggi ed essere consapevoli della nostra essenza, così distante rispetto alle aspettative di una società femminilizzata, in cui (ri)trovare identità e senso al proprio essere Uomo diventa davvero complicato. Buon cammino.

Una opinione su "L’ho uccisa. E ora?"

  1. Ehhh chissà come si sentono? dopo. Forse alcuni si sentono esausti, forse alcuni addirittura soddisfatti, fieri di sé, alcuni in balia delle onde, alcuni impauriti delle sbarre, alcuni probabilmente, pervasi da una forza tale da desiderare di perpetrare la cosa in serie… ( fatto sta che la care mamme dovrebbero spiegar loro fin dai primi due anni di vita come ci si comporta davanti a un rifiuto e ad una perdita, che nella partita di calcio non sempre si ottiene la vincita se piagniucoli )!

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