
I contrasti sono situazioni di vita quotidiana, a volte opportunità per comprendere la prospettiva dell’altro, più spesso servono ad affermare il controllo o il delirio narcisistico di essere sempre nel giusto.
Vi sono persone che dopo una discussione accesa, un litigio chiudono completamente le comunicazioni con l’altro/a, non ti parlano più, ti ignorano, la loro rabbia selettiva (nei tuoi confronti) li erge a giudici impassibili ed infallibili e, se vuoi “riaprire” la comunicazione, occorre espiare, chiedere scusa, ammettere di aver sbagliato, di essere nel torto. Forse, e soltanto dopo che l’espiazione sarà sufficiente, con magnanimità riprenderanno a parlarti, a sorriderti con la minaccia di tornare ad ignorarti se commetti altri “errori”.
Facile sentirsi sbagliati e diventare accondiscendenti, per evitare il dolore della distanza, del silenzio, ma è un silenzio manipolatorio che porta al controllo dei tuoi gesti, dei pensieri, dei comportamenti.
Meglio allontanarsi ed evitare incastri relazionali che sono tossici e disfunzionali, in cui la richiesta che percepisci è di annullarti per compiacere, nella consapevolezza che non sarai mai esattamente come vuole lui/lei. In queste situazioni c’è una (ed ultima) parola da dire: quella che inizia con vaff… e finisce con …culo!