A volte siamo stanchi di stare con noi stessi, vorremmo essere altro, o altrove, allontanarci da noi anche solo per un giorno oppure per settimane, spogliarci di pesantezze e pensieri ricorrenti e perlopiù nocivi… e librarci finalmente leggeri nel cielo, dove guardare tutto da lontano, come se il mondo fosse in un’altra dimensione e niente, nessuno potesse turbarci.
Ci percepiamo disgregati, noiosi, incapaci, fragili, inadeguati, smarriti… e vorremmo che tutto questo non fosse così: desideriamo in fondo essere diversi, forse migliori, comunque differenti.
A volte ci sentiamo estranei a noi stessi, come se questa esistenza ci appartenesse soltanto in parte, solo per alcuni aspetti, mentre per altri ci sembra di non essere davvero noi, come quando ascoltiamo la nostra voce registrata che ci sembra così differente, così strana… ma davvero quello/a sono io?
Davvero quello che si riflette nello specchio sono io?
Sono proprio io quella persona di cui ho ricordi lontani e sfuocati? Mi appartiene davvero quella pelle che non mostra minimamente le ferite, quegli occhi lucidi e di un colore che non saprei, quelle rughe che racchiudono millanta momenti intensi, puri, complicati… ed i pensieri che non so esprimere.
Davvero quello, quella, sono io?
spesso le smorfie che rispecchio tra le rughe ridestano quel tepore fanciullesco,allontanandomi dalle movenze prefabbricate e facendomi riassaporare le rotondità sbiadite del mio animo.
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