Chi ha qualche capello bianco, dopo aver letto il titolo avrà canticchiato il celebre motivetto con “tutto va ben, tutto va ben” …
La dimensione del facciamo che… tipica dei giochi infantili è fondamentale per sperimentare un “frame” (cornice ed ambito ben definito) dove ci sono regole chiare che contemplano necessariamente la sfera del “possibile”, dove l’illusione (da in-ludere cioè come se fosse un gioco) rende autentici i nostri desideri, le paure, i sogni, le speranze.
La sperimentazione del gioco è molto importante sia per i bambini che per gli adulti; questi ultimi, però, dovrebbero saper distinguere situazioni in cui è possibile, preferibile e funzionale attivare il “gioco” da situazioni in cui è necessario invece sperimentare il reale.
Spesso gli adulti fanno finta che le cose vadano bene per evitare di affrontare situazioni che richiedono fatica, decisioni, cambiamenti importanti e talvolta irreversibili, un po’ come la rana che rimane nella pentola anche se l’acqua si riscalda perché incapace di percepire una situazione pericolosa.
Una profonda e chiara consapevolezza porta sempre all’azione (pur tenendo conto delle resistenze): se percepisco che la mia relazione è disfunzionale posso interromperla, se capisco che sto facendo qualcosa che non mi appartiene posso dire “no!”. Ci sono dei momenti in cui diventa chiaro che nulla sarà più come prima.
Da lì si parte, da lì si spicca il volo…