
L’intervento di Grillo a difesa del figlio accusato di violenza sessuale riflette una mancanza di paternità.
Ogni uomo deve sottostare alle leggi che la società si è data, che servono a convivere pacificamente e mettere dei confini tra il lecito ed il non lecito. È compito della funzione paterna (agita da un padre o da una madre) far rispettare le norme sociali che vanno oltre agli interessi personali (il cielo stellato dentro di me, la legge morale SOPRA di me diceva Kant).
La prima legge che un padre fa rispettare è il complesso edipico, la determinazione del proprio ruolo di partner affettivo e sessuale con la madre, che è un ambito nel quale il figlio viene escluso.
Un padre dovrebbe condannare un figlio se questi è colpevole, può accogliere il suo errore, continuare ad amarlo, ma il gesto va condannato senza se e senza ma (la ragazza ha aspettato otto giorni prima di denunciare…). Se non siamo in grado di fare ciò come padri, come società, avremo (abbiamo?) una civiltà di bambini incapaci di comprendere le conseguenze dei propri gesti, di adulti che vogliono rimanere bambini e godere senza responsabilità.
Tacere è solo delle persone eleganti…
Son assolutamente d’accordo con i te!
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Totalmente d’accordo con te” È impensabile che un padre non scelga di educare il proprio figlio alla moralità e ancora di più lo è il pensiero che di fronte ad una violazione, palese o ipotetica della legge e della stessa moralità, questo padre giustifichi il proprio figlio piuttosto che punirlo.
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