
Panta rhei, tutto scorre sosteneva Eraclito 2500 anni fa, uno scorrere in cui siamo inesorabilmente immersi.
Osservando un fiume che si muove ritmico e sempre differente senti inesorabile il desiderio di immergerti e lasciarti trascinare dalla corrente. Puoi anche solo stare a guardare, ma il tuo corpo si sporge, il rumore calmo e melodioso dell’acqua ti chiama, ci chiama.
Come tornare alle origini, a quell’acqua da cui tutti gli esseri viventi nascono, quel liquido caldo che ci ha avvolto nelle prime settimane dal nostro concepimento, quella situazione in cui vorremmo tornare, ritornare.
Come andare sott’acqua per non percepire la tempesta che, là fuori, imperversa e destabilizza, per non sentire le urla ed un mondo che a volte non ci piace, pur facendone parte. Un mondo che viviamo da stranieri, quasi di passaggio.
Stare sott’acqua dove il tempo si ferma, ed il respiro ci basta, dove lasciare tutto ed entrare in un’altra dimensione, fuori dal tempo, soli con noi stessi ed i pensieri che restano in superficie come gocce che si infrangono sul pelo dell’acqua.
Sentirci autentici anche se per il tempo di un respiro, percepire il nostro sé che si espande, che fiorisce, ascoltare l’autenticità della nostra esistenza, sentirci coesi, autentici, integri, finalmente trasparenti.
L’acqua è il ritorno che inconsciamente desideriamo panacea di ogni male : il grembo materno.
Avanti tutta🌹
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