Per tutti eri “Beppe recia”, ho fatto fatica a ricordare il tuo vero cognome, “Recia” perché avevi le orecchie un po’ a sventola e, soprattutto, perché omosessuale (reciòn).
Beppe ha deciso di andarsene, lo abbiamo saputo da un’epigrafe pubblicata senza la foto dopo i funerali, triste e tragica conclusione di una vita in salita, con una famiglia all’antica ed una guerra che combattevi su mille fronti.
Scusaci, Beppe, perdona l’ottusità di noi adolescenti che non abbiamo saputo accettare la diversità, il valore di essere altro da ciò che, per noi, era “normale”. Perdona noi adulti che non ti siamo stati vicino, che non abbiamo capito, perdona i sorrisi di noi maschi etero, convinti che il nostro essere sia “giusto” e “naturale”.
Che la terra ti sia lieve, Beppe, che tu possa finalmente trovare la serenità che cercavi, il senso dell’esistenza che anche noi facciamo fatica a trovare. Che ci sia accoglienza ed amore incondizionato dove sei ora, ossigeno di cui ogni essere umano ha bisogno e di cui tu hai sentito tante volte la mancanza.
Ci vediamo lì, dove le anime non hanno sesso ma solo autentivca bellezza, dove nessuno è “diverso”. Ciao, Beppe.
Troppo tardi… che ipocrisia.
Dove si trova adesso non c’è niente.
Impara ad esserci, per le persone, quando sono ancora vive.
"Mi piace""Mi piace"