I maschi hanno una profonda nostalgia di una guerra che non possono vivere, di autentiche “battaglie autorizzate”, di morire per ideali… ci accontentiamo di “briciole volgari ed insensate” azzuffandoci negli stadi, sbraitando nei bar sport, alzando vigliaccamente le mani verso i nostri figli ed a volte (altrettanto vigliaccamente) verso donne che ci sopportano.
Tutto per non ammettere che vorremmo una guerra vera, dove vomitare quel dolore che ci attanaglia, quella rabbia che sentiamo esploderci dentro e che in qualche modo ci logora, distrugge.
Una guerra che ci combatte.
Ogni generazione che ci ha preceduto ha avuto la sua ed ora noi sentiamo echi lontani di quelle dei nostri padri, dei nostri nonni e di tutte le generazioni passate… sono suoni confusi ed ovattati di lotte che ci chiamano ad esprimere il coraggio, a vincere la paura, a manifestare il rispetto e l’ammirazione per un avversario che vinceremo, o che ci vincerà combattendo per valori autentici.
E morire, finalmente, per una giusta causa.
Non conosco la psiche umana come la conosci tu caro Mauro. Ma l’ aspetto che metti in luce è purtroppo terrificante
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Incontrare la propria parte oscura è un passaggio necessario per scenderne a patti, per conoscerla e conviverci…
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Anziché guerreggiare non possono vivere un anno nel deserto, da soli?
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Lo “scontro” è un modo per conoscere se stessi ed esprimere le emozioni distruttive che i maschi hanno. Stare soli è necessario ma probabilmente non sufficiente. …
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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