La persone hanno bisogno di relazionarsi, si nutrono di incontri e co-costruiscono la propria immagine attraverso le “indicazioni” che arrivano dall’esterno.
I bambini elaborano la propria identità attraverso gli incontri, gli occhi, le emozioni e le parole degli adulti significativi, quindi se quest’ultimi comunicano bellezza, valore, riconoscimento i bambini saranno convinti di emanare bellezza, di essere importanti, capaci, che il mondo può essere difficile ed a volte pauroso ma che posseggono le capacità per affrontarlo e per essere felici.
Lo sguardo pieno d’amore, fiducia ed incoraggiamento di una madre e di un padre sono insostituibili: se il bambino ha la certezza, attraverso gli occhi degli adulti significativi, di essere importante e capace non avrà bisogno, una volta cresciuto, dell’approvazione degli altri ma troverà in sé stesso le risorse per affrontare il presente, energie che ha “assorbito” da incontri straordinariamente normali che gli hanno “riflesso” un’immagine di sé positiva e realistica.
Le persone, come i pipistrelli che emettono ultrasuoni e si orientano i base all’ambiente in cui si muovono, sono fortemente influenzate da ciò che arriva loro in termini di feedback sui propri comportamenti. Il desiderio, a volte la necessità, di piacere e compiacere spinge le persone a vestirsi in un certo modo, ad essere educate e sorridenti, a lavorare sodo, ad essere brave a scuola.
E’ un bisogno, quello di amore e riconoscimento che per alcuni non può essere soddisfatto appieno, un “buco nero” che assorbe energie proprie e delle persone a cui si chiede di essere “salvati”, in una ricerca continua di uomini e donne disposte a dare, a riempire il vuoto esistenziale che sentiamo.
Soltanto l’autentico superamento di questo bisogno permette di relazionarsi senza entrare nell’ottica del bisogno ma in quello di una scelta libera e consapevole.
Bell’articolo! Il primo passo è rendersi consapevoli di ciò.
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